giovedì 15 marzo 2012

Cominciamo dall'inizio...

Dal punto di vista lavorativo questi ultimi anni sono stati dificili per tutti.
Tre parole riassumono egregiamente tutte le mie esperienze da questo punto di vista: SBATTIMENTI -PER-NIENTE.
Ci credi, ti impegni, studi, sacrifichi, ingrassi per fame nervosa, ti fai notare, cambi posti di lavoro come paia di calze la mattina. Ti pare persino di aver ottenuto qualcosa. E poi? Poi d'un tratto la luce si spegne, un'azienda chiude, l'altra ristruttura, ti ritrovi a casa. Tu, che quando salivi e scendevi dalle scale mobili dell'università privata più glam di Milano, quando facevi la hostess in fiera per pagarti le vacanze, quando rinunciavi alle tue vere passioni per finire gli studi senza un giorno di ritardo, credevi davvero che un giorno avresti avuto qualcosa in cambio, che non avresti fatto altro che salire e scendere da un aereo all'altro, sempre più richiesta, sempre più pagata. Beh, la vita un giorno ti dice: "scherzavo".
Ti dai la colpa per le scelte sbagliate e pensi che cos'altro avresti potuto fare... ma il risultato non cambia.
A quel punto hai bisogno di qualcosa di bello, di veramente bello, di qualcosa che ti allevi la sofferenza.
Io avevo qualcosa da ricostruire pezzo per pezzo, tessera dopo tessera. Ho scelto il mosaico.


                                               
                                             (Foto: Christian Friedrich Hebbel, Diario, 1835/63)

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